Yamada Mumon Roshi

Yamada Mumon 山田無文 (1900-1988) Biografia – Biography

Paola Cavaliere

Professore Associato di Japanese Studies presso l’Università di Ōsaka, Graduate School of Human Sciences. Si occupa di sociologia delle religioni e del disastro nel Giappone contemporaneo da una prospettiva di genere.

Yamada Chōjirō, conosciuto con il suo nome buddhista Yamada Mumon, nasce il 16 luglio del 1900 a Busetsu, un villaggio montano situato in una valle a nordest della città di Toyota, prefettura di Aichi. Quarto di cinque fratelli, Yamada Mumon nasce da una famiglia di trasportatori nel quartiere Ōaza Chōji Yashiki, ‘la residenza nella parte principale del villaggio’, una località legata al passato feudale del paese quando vi risiedevano i samurai a guardia del confine tra le adiacenti province di Minō e Shimano. Come racconta Yamada Mumon nella sua autobiografia Wa ga kokoro no furusato (“La mia dimora spirituale”) durante la sua infanzia, la vita a Busetsu era piuttosto vivace: il villaggio forniva ospitalità ai viaggiatori in transito lungo l’Alta Via di Iida, la strada che congiungeva Nagoya alla prefettura di Nagano passando attraverso le montagne. Nelle stagioni calde il villaggio era attraversato anche dai pellegrini vestiti di bianco e adornati di campanelli, in viaggio verso il sacro Monte Ontake, il secondo vulcano per altezza in Giappone.

A Busetsu era rimasto attivo il tempio Ichion-ji della scuola buddhista della Terra Pura, salvato dal movimento haibutsu kishaku (“abolire il Buddha, distruggere Shakyamuni”) guidato dai leali imperialisti della Restaurazione Meiji (1868). La popolazione di Busetsu, inclusa la famiglia di Yamada Mumon, aveva aderito formalmente allo Shintō dimostrandosi leale sostenitrice dell’imperatore Meiji (1852-1912), e tuttavia si era adoperata affinché il tempio e l’erudito prete buddista che lo dirigeva, fossero risparmiati dalla soppressione del tempio. Fin dalla giovane età Yamada Mumon fu interessato alla calligrafia e alla poesia, ma il padre lo voleva avvocato. All’età di quattordici anni venne mandato a studiare a Tokyo per frequentare la scuola media affiliata all’università privata di Waseda. Durante i cinque anni di scuola, Mumon fu influenzato particolarmente dal professore di letteratura cinese, Matsumoto Kō (1876-1965), che lo introdusse ai Dialoghi di Confucio, una lettura che lo assorbì profondamente in una riflessione sullo scopo ultimo della vita, a discapito delle altre materie scolastiche. A causa dello scarso rendimento scolastico, Mumon riuscì a malapena a diplomarsi, compromettendo il suo accesso all’esame di ammissione che gli avrebbe permesso di iscriversi alla facoltà di legge, come pianificato da suo padre. Finì con l’iscriversi all’Università di Tōyō per studiare Buddhismo nel Dipartimento di Filosofia Indiana. Qui fu particolarmente colpito da un seminario tenuto da Kawaguchi Ekai Roshi (1866-1945), monaco della scuola Zen Ōbaku che per primo aveva visitato più volte il Nepal e il Tibet per raccogliere i testi buddhisti in lingua sanscrita e studiare il buddhismo tibetano. Il seminario trattava del testo Bodhicaryâvatâra (“Guida alla via del Bodhisattva”) di Sāntideva, un antico testo del buddhismo Mahayana che Ekai Roshi aveva tradotto dal sanscrito. Mumon fu particolarmente colpito dal verso “Dove ci sarà abbastanza pelle per coprire tutta la terra? La sola suola delle scarpe può coprire la grande terra” contenuto nel quinto capitolo ‘Preservare una completa consapevolezza’. Determinato a proseguire lo studio del testo, Mumon fece in modo di poter far visita alla residenza e monastero Setsuzan di Eikai Roshi nel distretto di Nezu a Tokyo. Nonostante i progetti del padre, all’età di diciannove anni Yamada Mumon ottenne il suo permesso e fu ammesso a soggiornare nella residenza di Ekai Roshi come allievo della scuola Zen Ōbaku, continuando a frequentare l’Università di Tōyō durante il giorno. Il rigore della vita nella residenza, i pasti frugali della dieta vegetariana dettata dal Roshi e l’austerità dell’insegnamento indebolirono la salute di Yamada Mumon. Durante il periodo di esami del secondo anno soffrì di una infiammazione linfatica che gli ingrossò il collo, impedendogli lo studio e la pratica presso la residenza di Eikai Roshi. Nel frattempo, fu chiamato per la visita per il servizio militare obbligatorio, ma vista la sua condizione fisica fu esonerato e gli fu ordinato di tornare a casa. Al suo ritorno a Busetsu, i genitori lo fecero ricoverare in ospedale a Nagoya dove gli viene diagnosticata la tubercolosi. La famiglia era ansiosa per le sue gravi condizioni, che ricordavano quelle del fratello maggiore morto l’anno precedente per la stessa malattia. Tuttavia, Mumon riesce in qualche modo a superare la crisi. Trascorse l’estate con il fratello minore nella città di Kaga, prefettura di Ishikawa, dove si curò con bagni in acque termali, scrivendo poesie e visitando i templi della zona. In autunno, fece ritorno a Nagoya per continuare la radioterapia, che però non gli portò alcun miglioramento di salute. Dopo pochi mesi, decide di visitare il tempio Konchi-in fuori Nagoya diretto dal monaco Kōno Daikei, noto per le sue qualità guaritrici. Sarà il monaco Kōno a insegnarli l’antica pratica Zen dello naikan attraverso la quale Mumon riuscirà a migliorare le sue condizioni di salute e controllare la sua malattia. Kōno Daikei, lo incoraggerà a tornare a studiare e ad iscriversi al Collegio Rinzaishū di Kyoto affiliato al monastero Myōshin-ji della scuola Rinzai Zen, un istituto che diventerà poi l’Università Rinzai Hanazono. Yamada Mumon si trasferì così a Kyoto dove frequenta le sesshin del tempio Enpuku-ji come parte del corso di studi. Coltiva anche un interesse per la fede cristiana, partecipando alla messa domenicale e alla lettura della Bibbia, e frequentando le lezioni di conversazione di inglese che si tenevano negli edifici della chiesa. Divertito dallo studio linguistico, decise di partecipare ad un concorso di lingua inglese presso l’università privata Kwansei Gakuin, riuscendo a superare la selezione e a partecipare alla finale che si tenne alla Mainichi Hall di Osaka. Nel 1925, dopo essersi laureato all’Università di Hanazono, Yamada Mumon entra nel monastero di Tenryū-ji di Kyoto per completare la sua formazione sotto la guida di Seki Seisetsu Roshi (1877-1945), apprezzato calligrafo e pittore di sumi-e. Inizialmente sostenitore della guerra promossa dal governo imperialista giapponese, Seisetsu Roshi visitò nel 1938 il fronte cinese accompagnato dal giovane Mumon. Colpito dalla realtà e dalle atrocità perpetrate dall’esercito giapponese, Seisetsu Roshi divenne un forte sostenitore della pace e del dialogo interreligioso, un compito che Mumon fece poi suo. Alla morte di Seisetsu Roshi nel 1945, Mumon si trasferì nel tempio Myōshin-ji della scuola Rinzai a Kyoto. Nel 1949 Mumon fu nominato Rettore dell’Università di Hanazono e prese l’incarico della direzione del tempio Reiun-in all’interno del complesso di Myōshin-ji. Mumon continuò a visitare il sud est asiatico e le zone devastate dal secondo conflitto mondiale per onorare i defunti, anche come membro dell’Associazione di Fratellanza del Sud Pacifico di cui diventa presidente nel 1968, un incarico che mantenne fino al 1982 compiendo più di quaranta viaggi.

Portò avanti la missione di pace e di dialogo iniziata da Seisetsu Roshi con passione, divenendo il primo Roshi ad accettare discepoli stranieri nel suo tempio e sostenendo la fondazione di diverse scuole di pratica Rinzai in Europa, negli Stati Uniti e in Messico. Nel 1953 assunse la direzione del tempio Shōfuku-ji di Kobe dove rimase fino al 1977. Molti discepoli stranieri, tra cui l’italiano Luigi Mario (che nel 1971 venne ordinato monaco con il nome di Engaku Taino) si formeranno sotto la sua guida a Shōfuku-ji. Nel 1964 fonda l’Istituto per gli Studi Zen a Kyoto che raccoglie importanti e rari scritti buddhisti, calligrafie e disegni di maestri del buddhismo Zen. Nel 1976 visita Bodh Gaya, in India, per recarsi al tempio buddhista Indosan Nippon completato nel 1972 grazie alla collaborazione della comunità internazionale buddhista di cui faceva parte. Nello stesso anno visitò l’Europa accompagnato dall’allievo Noritake Shūnan, attuale Roshi abate del tempio Reiun-in. In Italia fu ospite del suo allievo Engaku Taino al quale nel 1973 affidò la direzione del tempio Bukkosan Zenshinji Scaramuccia di Orvieto, il primo tempio Zen Rinzai in Europa legato alla branca Myōshin-ji della scuola Rinzai. Mumon ritornerà al tempio Bukkosan Zenshinji Scaramuccia nel 1979 in occasione del viaggio in Europa per l’avvio del progetto interreligioso “East-West Spiritual Exchange” a favore del dialogo tra Buddhismo e Cattolicesimo promosso dall’Istituto di Studi Zen affiliato all’Università Hanazono diretto da Mumon, in collaborazione con il Nanzan Institute for Religion and Culture e il Sophia Institute for Oriental Religion. Durante il viaggio soggiornò in nove monasteri di clausura in Europa e si recò a Roma per incontrare il papa Giovanni Paolo II. Nel 1978 viene nominato Superiore alla guida dei circa tremila templi della branca Myōshin-ji, un incarico importante che svolse, tuttavia, senza mai indossare l’abito di broccato destinato al suo ruolo e continuando a vestire il suo semplice abito marrone da monaco. Nel 1980 ricevette la visita del Dalai Lama e nel 1982 accolse il presidente francese Francois Mitterand. Yamada Mumon muore il 24 dicembre del 1988 nel tempio Reiun-in, dopo essere stato nominato presidente onorario dell’Università di Hanazono. L’eredità morale e spirituale di Yamada Mumon è raccolta nelle numerosissime calligrafie, disegni, lezioni, registrazioni e trascrizioni dei suoi sermoni, molti dei quali ancora inediti, conservati presso l’Istituto di Studi Zen di Kyoto. Tuttavia, il lascito

maggiore è nel lavoro quotidiano dei suoi moltissimi allievi in Giappone e nel mondo che praticano la via della liberazione di tutti gli esseri.

Riferimenti bibliografici

Alfonsi Lenardo Reio Eikai, 2018. Zen Naikan: The Ancient Energy Alchemy of the Rinzai Zen Monks, Fontana Editore, Borgo Valsugana (TN)

Bukkosan Zenshinji Scaramuccia, https://www.zenshinji.org/home/ (ultimo accesso 2021.5.21)

Tokiwa, Gishin (1989). “Yamada Mumon (1900-1988)”. The Eastern Buddhist, 22:2, pp. 136-144

Van Bradt, Jan (1980). “East-West Spiritual Exchanges”, The Japan Missionary Bulletin, 35: 158–77

Victoria, Brian (1997). Zen War Stories, Weatherhill, inc.

Yamada Mumon (2000), Wa ga seishin no furusato [La mia dimora spirituale], Istituto per gli Studi Zen, Kyoto